Dall’amore per la figlia al blu: la storia di Lanvin

Illustrazione Lanvin del 1911
Illustrazione del 1911

Lanvin è una delle più antiche maison francesi (è stata fondata nel 1893) ad essere aperta ancora oggi. Jeanne Lanvin è riuscita a rendere la sua casa di moda uno dei vertici dell’eleganza e della modernità, aggiungendo nel tempo numerose linee, a partire da quella per bambine.

Lanvin e l’amore di una madre

Contemporanea di Chanel e Patou, Jeanne Lanvin divenne infatti celebre perché fu la prima ad offrire nel 1908 una linea di abbigliamento per bambine. L’ispirazione le venne nientemeno che dalla figlia Marguerite. La bambina è presente nel logo della maison disegnato da Iribe (che realizzò anche quello di Poiret), tratto da una foto in cui mamma e figlia ballano mano nella mano con un vestito abbinato. Alla figlia, che posava spesso per le foto dei cataloghi, andarono in mano le redini di Lanvin dopo la morte di Jeanne nel 1946. Dopo quella per l’infanzia, si aggiunsero la linea uomo, accessori, lingerie, abiti da sposa e profumi (nel 1933 Lanvin lancia per la prima volta un profumo unisex).

Logo Lanvin
Il logo disegnato da Iribe e la corrispettiva fotografia

Il robe de style

Robe de style
Robe de style modello “Marjolaine”

Il robe de style divenne l’abito iconico della maison dal 1920. La silhouette che Lanvin proponeva era caratterizzata da vita sottile e gonna svasata retta da una struttura sottostante, ispirata ai paniers del XVIII secolo e alle crinoline del passato. Sebbene altre couturieres del tempo proponessero la linea tubolare tipica degli anni Venti, il suo abito divenne celebre e iconico. La gonna veniva decorata con perline, fiocchi e altri decori tipici dell’Art Déco. Costante sarà la versione doppia dei modelli: donna e bambina.

I laboratori Lanvin, che impiegavano più di 1000 lavoratrici, erano luoghi di creazione virtuosistica: zigzag, onde, impunture, tagli e imbottiture, appliques che ricordano gli origami. I suoi vestiti, spesso coperti di pietre preziose, diventavano dei veri e propri gioielli. Gli elaborati ricami avevano motivi naturalistici, esotici o geometrici, e spesso erano collocati in diagonale o decentrati rispetto al tessuto.

I codici Lanvin

Il colore centrale per Lanvin è il blu. Era presente in abiti, pubblicità e packaging in infinite versioni. tra cui una che addirittura fu chiamata “Lanvin Blue”. L’interesse di Jeanne per il colore nasceva dai vetri colorati del Gotico e dagli affreschi del Rinascimento di Fra’ Angelico. Al blu si aggiungevano spesso il nero, il bianco e l’argento delle decorazioni.

Abiti in Lanvin Blue
Abiti del 1911 (sx) e 1935 (dx)

Jeanne Lanvin viaggiava molto, e dai suoi viaggi riportava spesso tessuti, abiti etnici e oggetti tipici, soprattutto dall’Oriente e dall’India. Inoltre in quel periodo l’impero coloniale francese importava da secoli dalle sue colonie nuove lavorazioni o materiali. Centrali per l’ispirazione alla base dei suoi capi, questi motivi sono stati ripresi dall’attuale direttore creativo della maison Bruno Sialelli (in carica dal 2018).

Altra fonte di ispirazione per Jeanne era il cristianesimo, dai nomi dei modelli (“Alleluia”, “Preghiera” ecc) alle ricami a forma di croce sulle maniche dei vestiti. Inoltre le collezioni degli anni Trenta presentavano abiti dai tagli severi e monastici, con maniche che somigliavano alle tuniche degli angeli.Lanvin dettaglio

Infine da menzionare è l’influenza del costume medievale (il lavoro di Jeanne Lanvin sarà sempre molto storicistico). Dal 1913 compaiono mantelli con motivi araldici e capi ispirati alle armature, con maniche oversize o bande di lamé che simulano la lucentezza del metallo.

 

Lanvin è divenuta celebre per la maestra e la ricchezza storica di ogni abito, ed almeno un suo capo era presente negli armadi dell’élite parigina del primo Novecento. Il successo è continuato anche nei decenni, soprattutto grazie al designer Alber Ebaz, che nel 2015 ha curato una mostra dedicata alla storia di Jeanne Lanvin presso il museo di moda Palais Galliera di Parigi.

 

Foto: BoF, Lanvin.com, Palais Galliera

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