“Display Copy”: il nuovo magazine sulla sostenibilità

Issues display copy
Alcuni articoli della homepage

Lo scorso 22 ottobre ha visto la luce una nuova rivista semestrale, Display Copy. Redatta da Brynn Hemingway e disponibile in 500 copie cartacee, si dedica esclusivamente alla moda sostenibile e ai prodotti vintage, acquistabili tramite piattaforme come Ebay, Etsy e Salvation Army.

La rivista

Display Copy ospita articoli e servizi fotografici altamente curati, in cui trovano spazio solo abiti di seconda mano. Anche il loro sito presenta contenuti interessanti, con servizi che esaltano l’importanza di una moda circolare. Inoltre gli articoli online sono collegati direttamente alle pagine web in cui poter acquistare i prodotti imortalati. Infine una sezione ospita una spiegazione della moda sostenibile, la missione della rivista e un insieme di risorse online per educarsi sull’argomento. Semplici parole e un unico, importante fatto: la moda sostenibile è la nuova tendenza. Il magazine aiuta a vedere con occhio nuovo prodotti con una storia alle spalle, ma pronti per essere riutilizzati e sempre attuali.

Chanel
Giacca di Chanel del 1962

Perché Display Copy è importante e innovativo

Display Copy rappresenta un enorme passo avanti verso l’inclusione della moda sostenibile nel discorso editoriale. Nessuna rivista prima d’ora aveva accolto nelle sue pagine patinate degli oggetti di seconda mano, anzi, hanno spesso incoraggiato alla rincorsa affannosa dell’ultima tendenza. L’attenzione alla sostenibilità nel settore moda (che è uno dei più inquinanti al pianeta) è sorta in anni recenti, a partire da alcune inchieste. La maggior possibilità di informazione offerta dal web e, soprattutto, la pandemia, hanno puntato ancor più i riflettori sul problema. Il consumatore attuale è attento a non sprecare soldi in abiti di fast fashion, indaga le condizioni ambientali e lavorative delle aziende che li producono, e preferisce investire in un capo duraturo piuttosto che dover rifare il guardaroba ad ogni stagione. I brand si sono dovuti adeguare in tal senso: Prada, Stella McCartney, Marni e altri hanno promosso l’upcycling a prezzi vantaggiosi e collezioni eco-sostenibili. D’altronde negli Usa il 37% degli esponenti della Gen Z (<24 anni) compra vestiario di seconda mano, e in Italia non sono solo i giovani, ma anche gente tra i 30 e i 50 anni sfrutta molto le piattaforme di reselling. Inoltre la possibilità di comprare direttamente dal loro sito internet non può che essere un incentivo, vista l’enorme crescita in tempi recenti (per ovvi motivi) dello shopping online.

display copy shop
Una sezione del sito dedicata alla vendita di Levi’s usati

La moda sostenibile per Display Copy

«I sistemi circolari non fanno bene solo all’ambiente o al suolo. Ristabiliscono la creazione di lavoro significativo nelle fabbriche; investono nella sicurezza e nello sviluppo dei lavoratori; ascoltano e danno voce a tutti quelli coinvolti nel processo; offrono uno stipendio non di mera sussitenza; creano luoghi di lavoro adatti per chi ha famiglia; contribuiscono regolarmente alle tasse; danno priorità alle collaborazioni su scala locale; pagano e promuovono donne, membri della comità LGBTQ+ e persone di colore nello stesso modo». Così recita un paragrafo del sito di Display Copy sulla sostenibilità. Per ragioni non solo ambientali, ma anche umane, si comprende bene come la moda sostenibile non sia solo un capriccio del momento, ma un’evoluzione di cui tenere conto. Sempre più persone vi si potranno rivolgere per godere di bei capi, di qualità, a buon prezzo, salvguardando il pianeta.

Paloma
Paloma Elsesser in Jean Paul Gaultier

 

Fonte: Claudia Potycki. Foto: displaycopy.com

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