A volte ritornano

Poiret etichettaNel calendario della Parigi Fashion Week c’è stato un inserimento eccezionale, quello dello show del brand Poiret. Questo è infatti il nome della maison omonima di uno dei primi couturier del Novecento, pioniere dell’oversize. Egli ebbe una fama eccezionale, garantita anche dall’aura che si era creato intorno alla sua figura di artista e creativo. Tuttavia perse prestigio nel primo dopoguerra in favore di Coco Chanel, e lui morì povero e dimenticato. La designer di Pechino Yiqing Yin ha deciso di prendere le redini di questa leggendaria casa di moda e riportarla ai suoi antichi fasti dopo novant’anni di assenza dai riflettori.

Poiret tunicaPaul Poiret divenne famoso nel 1905 grazie a “Confucius”, un mantello-kimono nato sotto il segno del giapponesismo e della semplificazione delle linee. Un capo di un’altra cultura, prima usato al massimo come sottoveste, acquisiva dignità di capo indossabile fuori dalle mura domestiche. Stampe cinesi e giacche morbide effettivamente sono omaggiate nella collezione di Yin, che ha voluto anche sottolineare, proprio come fece il suo predecessore, il punto vita, lasciando ampia la parte sottostante.

Poiret colors

Poiret è anche passato alla storia per aver liberato le donne dalla costrizione del corsetto e per averle vestite con i pantaloni. Se sulla prima innovazione non si può contestare nulla, sulla seconda è necessario fare una precisazione. Sebbene suscitarono grande scandalo in quanto all’epoca erano ancora un capo esclusivamente maschile, i pantaloni non erano un mezzo di emancipazione, quanto piuttosto un’assimilazione della cultura orientale. La donna di Poiret, lontana dalle contestazioni femministe, doveva essere una favolosa e sensuale odalisca.

Il couturier amava i colori forti: verde, viola, blu di Francia, rosso. Egli condusse una vera e propria campagna contro i mauve e i colori tenui che andavano di moda all’epoca. Ecco perché la passerella di Yin era dominata da abiti sgargianti e iridescenti, che rilucevano ancora di più grazie a scarpe metallizzate.

Teatralità” era una delle parole che distingueva lo stilista parigino, al punto che fu spesso incaricato di eseguire costumi di scena, soprattutto quando in Francia iniziò la stagione dei balletti russi (1909-1910). Le sue ispirazioni erano l’Oriente, vicino e lontano, e l’antica Grecia. Lo stesso non si può dire del lavoro di Yin, più nota per la sua delicatezza, ma la designer ha comunque osato con i tessuti asimmetrici e il jacquard stampato, facendo forza anche sui suoi caratteristici tessuti plissetati.Poiret teatro

Poiret profumoInoltre, come si legge dalle pagine di Storia della Moda di Enrica Morini, con Poiret «per la prima volta il nome di un couturier viene associato a quello di una linea di prodotti di bellezza». Egli mise a punto profumi, creme, mascara, ciprie e altri prodotti simili. Intenzione di Yin è quella di recuperare anche questa promettente eredità, soprattutto ora che molto fatturato delle aziende di moda proviene anche dal settore beauty.

Si può notare quindi che la designer cinese ha riportato in vita la maison parigina ancorandosi a quella che è l’eredità fondamentale di Poiret−basti vedere il taglio oversize di abiti e tute che possono essere portati sciolti oppure allacciati in vita. Ovviamente bisogna guardare avanti e procedere verso le novità, ma come esordio è sicuramente apprezzato dato che non è stato un semplice plagio dei capi più iconici negli archivi. La femminilità e la sensualità della donna di Poiret ritornano prepotentemente sulla scena dalla moda internazionale.Poiret oversize

 

Photo credit: pinterest; BoF;

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