Il FashRev Lab di Milano esplora le nuove frontiere della moda sostenibile

Mentre la moda sostenibile sembra ancora un lontano miraggio, se non per molti una contraddizione, lo scorso 5 maggio a Milano molti designer hanno potuto mostrare invece le loro ricerche nella direzione di una creazione rispettosa dell’ambiente. Presso il D-House, laboratorio urbano dedicato all’innovazione e alla formazione nell’ambito delle tecnologie dell’industria manifatturiera, si è svolto il FashRev Lab, manifestazione per un’industria della moda responsabile ed etica.

FashRevLab Must Had

“Dopo due anni di presenza digitale siamo contenti di tornare con un grande evento fisico”, ha affermato Marina Spadafora, la persona che ha patrocinato l’evento. “Abbiamo pensato e concepito FashRev Lab come un appuntamento per aggiornare la nostra community sui passi avanti fatti dal 2013 (anno della tragedia del Rana Plaza, ndr) ad oggi e al tempo stesso mostrare l’innovativa progettualità di designer e realtà, emersi in questi ultimi anni, che sposano appieno i nostri valori sociali e ambientali”.

FashRev Lab

Per l’occasione, l’edificio a tre piani del D-House si è trasformato in un grande laboratorio, in cui diversi designer hanno mostrato come la sostenibilità nella moda possa passare sia attraverso l’innovazione tecnologica, che punta a ridurre gli sprechi di materiali e di risorse, sia attraverso un ritorno all’artigianalità, al capo fatto a mano, alla produzione limitata o su richiesta. Da un lato infatti, macchinari di ultima generazione, come quelli dell’azienda Coloreel, tingono il filo direttamente al momento della tessitura, riducendo il bisogno di dover acquistare e cambiare rocchetti infinite volte. Dall’altro, realtà come Operamia recuperano capi vintage e donano loro nuovo charme decorandoli con disegni fatti a mano.

FashRev Lab Coloreel
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Nel mezzo tra questi due estremi, numerose personalità di spicco nel mondo della moda, famose soprattutto fra i giovani e da sempre in prima linea nella ricerca dell’ecosostenibilità, come Gilberto Calzolari, Giglio Tigrato, Reamerei, Marcello Pipitone, Rearea e tanti altri. Tutti loro sono accomunati da un uso preponderante di materiali upcycled, profonda attenzione alla sostenibilità ambientale ed una grande spinta alla ricerca di nuovi materiali e tecnologie per rendere la moda sostenibile per il pianeta senza rinunciare alla creatività. Molti di loro propongono capi unisex, portando avanti l’ideale di una moda inclusiva e rispettosa anche a livello etico.

 

Foto: Giulia Maiorana; ufficio stampa

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