Antonio Lopez e l’illustrazione di moda

Brillante, eccentrico, rivoluzionario. Queste sono solo alcune delle parole che potrebbero descrivere Antonio Lopez (1943-1987), uno degli illustratori di moda più interessanti della metà del secolo scorso.

Il suo ruolo nel mondo dell’illustrazione di moda

Portoricano emigrato in America, studiò disegno di moda al prestigioso FIT di New York. Negli anni Sessanta, le sue illustrazioni glamour, frizzanti ed energiche sovvertirono i canoni del disegno di moda tradizionale, che ritraeva signore borghesi composte nei loro salotti, in abiti esclusivamente di alta moda (il pret-à-porter sarebbe nato di lì a poco). Anche le sue modelle erano lontane dall’ideale di bellezza dell’epoca, la donna caucasica bionda con gli occhi azzurri. Ritrarrà anzi ragazze con le sopracciglia rasate, meticce, o con la fessura in mezzo ai denti. Non bisogna stupirsi: era un periodo in cui, non solo nella moda, l’intero mondo femminile si stava rivoluzionando, in cerca di riconoscimento sociale e lavorativo, basti pensare che vedrà la luce la minigonna.

Illustrazioni Antonio Lopez

Dalle girls a Bill Cunningham: gli incontri di Lopez

Antonio Lopez ha collaborato con i nomi più famosi del mondo della moda e del giornalismo del settore. Aveva una sua crew, le Antonio’s Girls, che comprendeva di volta in volta le varie muse che sceglieva per i suoi servizi. Le girls più importanti furono Jane Forth, Donna Jordan e Pat Cleveland. Inoltre fu chiamato a Parigi da Chloé nel 1969, e lì conobbe Karl Lagerfeld, che lavorava per il brand. I due frequentarono i luoghi della subcultura gay e undeground della ville lumiére, riservati ad artisti e intellettuali modaioli come loro. Saranno grandi amici fino alla morte di Antonio per AIDS. Fu proprio tramite Lagerfeld che Lopez conobbe Anna Piaggi. Con la celebre giornalista, Lopez lavorò sulle pagine di “Vanity” (trimestrale di Condé Nast) e di altri esperimenti editoriali durante gli anni Ottanta. Altro suo collaboratore fu Bill Cunningham, inventore della street photography, che scarrozzava Lopez e le sue girls a bordo di una Rolls Royce per le strade di New York. Infine, Andy Wharol, nel suo giornale innovativo “Interview”, parlando dell’ondata di portoricani emigrati in America e portatori di una ventata fresca del mondo della cultura, citò anche Lopez, che conobbe personalmente, elogiando il suo contributo.

Lopez, Lagerfeld e Donna
Da sx: Karl Lagerfeld, Donna Jordan, Antonio Lopez

Tecnica e innovazione

L’illustrazione era ancora preferita nei giornali di moda alla fotografia, che richiedeva il costo di una intera squadra di modelle e addetti. Con Lopez poi il genere conobbe una vera e propria ventata di aria fresca. Egli ritraeva sempre dal vivo, su carta Fabriano, generalmente a tarda notte, magari dopo una serata di baldoria. Le pose erano sensuali, sinuose, feline, innovative, come le sue girls d’altronde. Il suo repertorio di stili e tecniche fu amplissimo, e traeva ispirazione dalle correnti più disparate, dalla pittura rinascimentale al puntinismo alla Op Art. Realizzò anche illustrazioni pubblicitarie per brand come Missoni e Oscar De La Renta (di sangue latino come lui). Inoltre Lopez stesso incarnava il soggetto perfetto per le sue illustrazioni fuori dagli schemi: ebbe vari stili personali, al limite del travestimento, ed amava truccarsi con il kajal nero.Illustrazione Antonio Lopez

Alla sua opera sono state dedicate varie mostre, tra cui la più recente in Fondazione Carla Sozzani (purtroppo chiusa a causa del Coronavirus), e un docufilm intitolato “Antonio Lopez 1970: Sex Fashion & Disco” di James Crump.

 

Si ringrazia la professoressa Grazia d’Annunzio per la realizzazione di questo articolo e per le fotografie.

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