Tutto quello che c’è da sapere su Balenciaga

Cristòbal Balenciaga«Solo Balenciaga è un vero couturier. Solo lui è in grado di tagliare il tessuto, assemblarlo e cucirlo con le sue mani». Così parlava Coco Chanel di Cristóbal Balenciaga Eizaguirre, fondatore dell’omonimo marchio.

Balenciaga gazar
Abito di gazar

Lo stilista, di origini spagnole, eredita dalla madre sarta la passione per il cucito. Grazie al suo talento si impone fin da giovane, attirando l’attenzione di ricche clienti, e a circa vent’anni apre i suoi atelier a Madrid e Barcellona. Con lo scoppio della Guerra Civile spagnola, si trasferisce a Parigi. Negli anni Cinquanta utilizza elementi sartoriali tipici della città francese per cucire le sue creazioni: il pizzo, il bolero, il contrasto fra rosso e nero, i ricchi ricami. Questi elementi si mescolavano in totale eleganza su camicie senza colletto, abiti a palloncino e tallieur semi-aderenti. Di sua invenzione gli abiti a tunica e a sacco.

Balenciaga realizzava abiti per l’élite più ricca d’Europa, per persone raffinate che apprezzassero la sua arte. In un’epoca dominata dallo stile festaiolo ed appariscente di Dior, i suoi abiti simboleggiavano l’eleganza interiore, la raffinatezza, la sobrietà. Simone Marchetti (Repubblica) descrive così il clima dell’atelier Balenciaga: “Sembrava una chiesa consacrata. Non si parla, non si tossisce, le modelle devono stare zitte, fare il muso da bulldog e portare il broncio. Mentre da Dior si fa festa, qui sembrava di assistere a un funerale”. I suoi capi erano sprovvisti di stecche, imbottiture o corpetti rigidi. I tessuti si staccavano dal corpo e venivano sfruttati per esaltare al massimo la fisicità delle donne, lasciando loro grande comodità. In questo senso, si contrapponeva a tutte le tecniche sartoriali del XIX secolo e a silhouettes come quella dal vitino da vespa. Addirittura inventa un tessuto per abiti da sera voluminosi, il Gazar.

Balenciaga minimal

Alla fine degli anni Sessanta Balenciaga raggiunge l’apice del minimalismo. Le creazioni dell’epoca, che andrebbero molto di moda anche ora, erano caratterizzate da una austera semplicità. Inoltre inizia una battaglia contro il prêt-à-porter nascente. La serialità non rientrava nei canoni dello spagnolo, il quale da vero sarto adattava ogni abito al corpo di chi lo comprava. Un approccio di confezione in serie avrebbe perso tutti i dettagli che rendono un capo plasmato sulla forma del corpo di chi lo indossa. Cristóbal esce di scena dignitosamente nel 1968, con l’avvento dei blue jeans. Mossa astuta per farsi ricordare non nella sua fase di declino (che sarebbe arrivata di lì a poco) ma nel pieno della sua gloria. Per questo anche il suo “nemico” Dior lo ricorda come «il couturier dei couturier, il maestro di tutti noi», e per tutti è il campione indiscusso di stile ed eleganza.

Balenciaga crocsDopo il suo abbandono la maison viene affidata con successo a Nicolas Ghesquière, poi ad Alexander Wang (fallimentare) ed oggi è finita in quelle di Demna Gvasalia. Grazie a lui e al suo mix di haute couture e streetwear le sorti del brand sembrano risollevarsi. Gvasalia combina il suo gusto radical cool con la raffinatezza tradizionale firmata Balenciaga. Di sua invenzione capi iconici anche sui social, come la borsa blu simile a quella di Ikea o i pezzi a sostegno di Bernie Sanders in occasione delle presidenziali americane. Di recente, durante la NYFW, ha portato in passerella le Crocs in versione platform, ancora molto discusse.

Balenciaga ikea
Paragone tra la borsa Balenciaga e Ikea

Balenciaga Sanders

Photo credit: Glamour.com; Google.it

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