Mille e una Elsa Schiaparelli

Elsa Schiaparelli è una delle figure che ha forgiato la moda italiana ed europea nei primi decenni del ‘900. Contemporanea di Coco Chanel, la sua maison è attiva ancora oggi anche se non brilla come quando lei era in vita. Durante il suo percorso fra New York e (soprattutto) Parigi, ha sfruttato tutti gli spunti che le provenivano dalla sua vita privata. Da sempre affascinata dalla moda, iniziò a creare vestiti su incitazione di Paul Poiret. Egli, vedendola provare un cappotto nel suo atelier, rimase colpito dalla sua bellezza ed eleganza, al punto che glielo regalò. «Nella mia stanza scura, quel cappotto sembrava una luce proveniente dal paradiso» dirà nella sua autobiografia. La sua anima creativa è poliedrica e si è espressa in moltissimi ambiti creativi.

Lo sport

 Agli anni Venti risale il suo ingresso nel mondo della moda. Seguendo il culto del corpo e dell’attività fisica tipica del decennio, si specializzò in abiti sportivi dai colori brillanti. Le sue tenute erano soprattutto per il nuoto e lo sci, ma comparvero anche completi da mare. Tuttavia il modello che la rese famosa nel 1927 fu il cosiddetto golf trompe-l’œil, sul quale si creavano illusioni ottiche di finte sciarpe, cravatte o tatuaggi usando fili di colore diverso, cucito con una tradizionale tecnica da donne armene.

Golf trompe-l'oeil elsa schiaparelli

 

Il femminismo

All’inizio degli anni Trenta, dopo lo shock del crollo della borsa americana, Schiaparelli lavorò sulla creazione di una nuova donna. Doveva essere sicura di se’ in qualunque momento della giornata, autonoma dall’uomo ma anche in grado di sedurlo. Per farlo ha attinto molto dal guardaroba maschile sia per quanto riguarda i modelli che le tecniche sartoriali (uniformi militari, vesti da doge o capi con spalle imbottite), ma facendo un abbondante uso delle decorazioni e degli accessori, in primis i copricapo. Così facendo, poteva rendere conto del complesso mondo ineriore femminile usando una corazza maschile. Le silhouettes cambiarono negli anni: a grattacielo, a scatola, a cono ecc.

L’innovazione

Elsa Schiaparelli indossava lei stessa i capi che produceva (soprattutto i più audaci), per “pubblicizzarli” presso il bel mondo. Inoltre faceva uso di molti tessuti inusuali e innovativi, spesso scarti di fabbrica: rayon, spesso mescolato ad altri materiali, oppure il cellophane e il rhodophane per creare mantelli e cappe che sembrassero di cristallo trasparente (come il famoso “cape de verre”). Inoltre dal 1935 fu la prima a decidere di far ruotare ogni collezione intorno a un unico tema, che sarebbe stato il fil rouge di ogni abito, proposto con variazioni. Inventò persino un colore, il cosiddetto “rosa shocking”, nome usato anche per un profumo.

Elsa Schiaparelli cappa rhodophane
Cape de verre (1935)

Il surrealismo

Elsa Schiaparelli frequentò molti circoli di artisti e intellettuali. La corrente che ebbe più influenza su di lei fu il surrealismo: collaborò con diversi artisti per cercare di capire la relazione tra persona, corpo e capo d’abbigliamento. Sovvertire le regole tradizionali, decontestualizzare gli oggetti dalla loro sede, ricercare l’inconscio e i feticci, erano tutte cose che aveva in comune con loro. Con Cocteau cucì una illusione ottica su un mantello. Con Dalì realizzò una giacca con i cassetti ispirandosi alla sua Venere di Milo, un abito da sera con un’aragosta da lui dipinta, un copricapo a forma di scarpa rossa, giusto per citarne alcuni. Tramite Duchamp fece suo il metodo del ready-made e creò collezioni ispirate al circo (celebri i suoi bottoni a forma di trapezisti, cavalli e zucchero filato), allo zodiaco, alla Primavera di Botticelli.

Mantello cocteau Elsa Schiaparelli
Mantello realizzato con Cocteau

Il pacifismo

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la stilista fu invasa da un profondo pessimismo. A nulla era servito il piccolo invito alla pace nella sua vetrina in Place Vendôme a Parigi, con una colomba con l’ulivo nel becco che sorvolava il globo terrestre. Realizzò abiti comodi, facilmente infilabili e con grandi tasche per lasciare libere le mani, borsoni capienti. Il tutto per venire incontro alle donne. Durante la guerra dovette scappare dalla Francia. Al suo ritorno però i nuovi ricchi avevano cambiato radicalmente la clientela abituale della Schiaparelli, e nonostante le sue numerose iniziative per rilanciare l’haute couture francese, le sue ultime collezioni non riscossero successo. Ormai la tendenza era il New Look di Dior, e per deficit finanziario nel 1954 Elsa Schiaparelli chiuse l’atelier.

Elsa Schiaparelli foto

Dopo questo allontanamento si dedicò alla scrittura della sua autobiografia in terza persona fino alla sua morte, nel 1973. Il rilancio della maison è avvenuto nel 2006, con l’acquisto degli archivi Schiaparelli ad opera di Diego della Valle e la nomina di Bertrand Guyon come direttore artistico.

Foto: Enrica Morini, Google.com

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