Bling bling!

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La Fashion Week di Milano è appena iniziata, eppure molti brand famosi hanno già mostrato le loro collezioni e si intravedono i primi trend. Uno di questi è quello di impreziosire i capi con tante paillettes e pietre. E quando dico tante intendo (o meglio, Gucci e No.21 intendono) tante.

 

Alessandro Michele (Gucci) ha ricoperto di pailettes e pietre pressocchè tutti gli abiti in passerella, ispirati agli anni ’80 e alla cultura disco e rave. Figuravano giacche a quadri, minigonne luccicanti e tailleur satinati con maxi serpenti cuciti sopra; le maniche erano a palloncino, le giacche da lavoro dalle spalle ampie, i cappotti orlati di visone, le tute impreziosite da pietre; su una borsa era stampata la cover di un singolo di Elton John, una felpa simulava un pacchetto di Marlboro rosse e la faccia di Bugs Bunny compariva prorompente su un gilet. Anche i gioielli erano grandi e ampiamente decorati, compresi i choker, e di ispirazione tribale. Il celebre monogram si stagliava su abiti, accessori e soprattutto marsupi, grande ricomparsa assieme a occhiali a mascherina o modello aviatore riempiti di strass. Statue egizie, romane e azteche decoravano la location, percorsa da una pavimentazione blu che evocava il fiume Tevere e illuminata da luci moderne e stroboscopiche.

Gucci Milano ss 18
Gucci (dettagli)

Questo grande (forse troppo?) insieme di ispirazioni e trend era tenuto insieme da una grande e filosofica idea di fondo, che Michele illustra nelle note esplicative dell’invito alla sfilata citando Camus e Heidegger. Con questa sfilata ipnotica ed esoterica si vuole illustrare l’urgenza della creazione come atto fondamentale dell’esistenza umana. Ogni abito ci aiuta ad auto-affermarci e a sfuggire all’omologazione (concetto questo volutamente ambiguo, dal momento che anche l’andare controcorrente può diventare un fatto di massa). Ovviamente questo non significa che l’abito passi per forza in primo piano, visto che per lo stilista esso è parte dello show al pari di qualsiasi altro componente. Affermazione provocatoria per una persona che lavora nel mondo della moda e che è ben esemplificata dalla finta nebbia in passerella che rendeva i looks poco visibili.

Gucci Milano ss 18
Gucci

In tutto lo sforzo della creazione, la vera rivoluzione è rimanere uguali a se stessi, come sta facendo Michele con Gucci, sfuggendo all’imposizione di dover cercare affannosamente la novità a tutti i costi. Michele sta plasmando un universo meraviglioso, fantastico e spirituale: vuole “prendere questa piccola piscina e andare a fondo per renderla un oceano”, dichiara nel backstage. A questo punto, come sostiene A. J. Taylor di Hero-magazine, “se Gucci è la via della salvezza, io sono credente”!

 

 

No. 21 Milano ss 18
No. 21

 

Non ha resistito al fascino del luccichio nemmeno No. 21, il cui direttore creativo è Alessandro Dell’Acquia. La sua collezione Primavera/Estate 2018 è un’autocitazione di un suo abito del 1996 trasparente a strisce, stile lingerie, indossato sopra dell’intimo rosso. In quel look convivono le due anime di Dell’Acqua, come del resto in tutta la collezione che ha fatto sfilare ieri. Da un lato c’è l’anima femminile e sensuale: il suo tipico color carne viene utilizzato per una serie di vestitini di ispirazione lingerie, vestagliette e gonne dritte, con tessuti leggeri e trasparenti (organza, tulle, pizzo) a volte romanticamente drappeggiati e abbelliti da piume e perline riflettenti. Dall’altro lato c’è l’anima metropolitana e sportiva: felpe crop, parka, bomber, cinture elastiche simili a quelle che troviamo sugli aerei; tutto di vari colori, dal nero al rosso acceso e impreziosito da ricami scintillanti.

No. 21 Milano ss 18
No. 21

Queste due anime non sono come l’angioletto e il diavoletto che ti si poggiano sulle spalle e si escludono a vicenda. Anzi, si completano e si fondono insieme, rendendo la collezione chic ma non troppo da “femminuccia”. Probabilmente è questo il mix giusto che ha fatto eccellere Alessandro Dell’Acqua: la virtù non sta in nessuno dei due estremi degli anni passati, bensì nel mezzo.

 

 

 

 

 

Si allontana invece, a sorpresa, dal suo solito stile luccicante (tanto amato dalle star) Fausto Puglisi. Lo stilista siciliano, dichiarandosi stanco di “essere schiavo del glam rock”, opta per il pizzo e il total white/total black su abiti sottana di pizzo sangallo, maxi camicie, kimono, biker aggraziati e altri capi dallo stile fresco e non costretto. La silhouette è delicata, sobria e dai dettagli curati (basta vedere i ricami). Anche qui tuttavia l’eccessivo bon-ton è attenuato drasticamente da ampi spacchi e inserti di pelle nera. Femminile e di classe quindi, ma non sempre sexy.

Fausto Puglisi Milano ss 18
Alcuni look di Fausto Puglisi

 

Photo credit: Dazed magazine; LOVE magazine; Gucci.it; dailynews24.it; BoF

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