L’attenzione all’ambiente e a una produzione rispettosa dell’ecosistema terrestre è un tema molto sentito all’interno della moda, a dimostrazione che questo mondo non è avulso o estraneo alle tematiche che ci riguardano. Alla PFW alcuni stilisti hanno cercato proprio per questo di coniugare tendenza e sostenibilità, e alcuni si sono ispirati alla natura per le loro collezioni.
Issey Miyake è già noto per le sue ricerche su tessuti rispettosi dell’ambiente. Per questa primavera ha proposto una delle sue tecniche più famose per drappeggiare i tessuti, il “baked stretch”. Essa consiste nell’arricciare i drappi in uno speciale forno, dando loro forme innovative e comode. I colori e la luce che hanno ispirato questi capi futuristici sono quelli dell’Islanda, dai quali sono stati ripresi i vari elementi naturali. Le stampe a zig zag sembrano superfici geografiche, gli sprazzi gialli e marroni sui tessuti sono la lava dei vulcani e la terra, il movimento dei vestiti è l’aria. Nonostante a volte sfociasse troppo nel semplicistico, la collezione optical è stata accolta positivamente dalla stampa ed ha un altissimo valore a livello di tutela dell’ambiente.
Per Chanel, Karl Lagerfeld ha creato una collezione (e una sfilata) totalmente ispirata all’acqua, “forza motrice della natura”, dice citando Da Vinci. Effettivamente un’opera alla Da Vinci è stata compiuta per questo show: la location, il Gran Palais parigino, è stata riempita di finte rocce e cascate. Negli abiti, alcuni riferimenti all’elemento liquido erano ovvi (basti notare gli orecchini a goccia o le impermeabili), ma per la maggior parte della collezione il tema è stato sviluppato in modo originale e giovanile. Lagerfeld ha proposto molte opzioni funzionali per il guardaroba, dalle minigonne a vita bassa con le frange alle mantelle arricciate, agli abiti da sera. Il tutto realizzato in tweed, pizzo, PVC -molto PVC-, e maglia, a volte accompagnati da fili metallici che rilucevano con i riflessi dell’acqua. Grande varietà anche nelle borse: maxi tracolle imbottite, totes in plastica iridescente, minaudiere tempestate di cristalli.
Phoebe Philo, direttore creativo di Céline, ha più volte dichiarato di volersi avvicinare alla natura. Quest’anno ci è riuscita, facendo sfilare le sue modelle all’aperto, sotto lo sguardo degli spettatori seduti su simil-attrezzature da campeggio. Forte la componente outdoor negli abiti: un poncho di pelle bianca; trench con orlo talmente lungo che si ripiega diventando una sciarpa; tabarri viola e bianchi fatti semplicemente di un tessuto di taglio circolare con un foro per infilare la testa. Deliziosi i vestiti da giorno con cintura in vita e gli abiti da sera a V di pizzo con strap. Lo spirito guida della collezione era giocoso, chic, inventivo e voglioso di esplorare. Tralasciando alcuni capi improbabili come le polo oversize a fiori sotto gilet giganti di taglio maschile o gli stivali in pelle nera che somigliano a galoche sformate. La chicca della sfilata? Ogni modella aveva un paio di scarpe diverso!
Stella McCartney è da tempo coinvolta nella lotta per una moda sostenibile e rispettosa della flora e della fauna mondiali. Per la collezione Primavera/Estate 2018 ha sperimentato il British Style, voluminoso e dai colori accesi. Abbiamo visto giustapposizioni fra giacca denim e gonne di taffettà dai colori fluo e tutine verde acido in denim. La parte degli abiti spaziava da quelli più eccentrici, non strutturati e con pattern di ispirazione africana, a quelli più eleganti, come un monospalla a sacchetto arricciato rosso. La designer ha ovviamente insistito sulla Skin-free-Skin (ovvero pelle di provenienza non animale) e gli “alter” (noi tradurremo con “simil”) leopardi, pelli di serpente e suede, realizzati sinteticamente.