Inno alla gioia parigino

Balmain Parigi ss 18
Olivier Rousteing e alcune modelle

“Parigi è la capitale romantica della moda, al centro dei racconti e della mitologia. E’ il magnete, il centro dove convergono molti degli autori apripista […] Negli anni Trenta la moda si faceva solo a Parigi”.
Scrive così Maria Luisa Frisa nel suo libro “Le forme della moda”, parlando di una delle capitali europee cardine nel mondo della moda. Infatti proprio in Francia è nato tutto, e ancora oggi Parigi è una delle Fashion Week più amate e seguite, nella quale sfilano tantissimi grandi nomi della fashion industry.

Balmain Parigi ss 18
Balmain

La realtà socio-politica degli ultimi decenni è veramente complessa ed eterogenea. In un mondo dominato da Trump&Kim Jong Un, guerre in Oriente, attacchi terroristici all’ordine del giorno e altro ancora, molti stilisti hanno creato in risposta a questo disagio delle collezioni leggere e gioiose. La moda è diventata la medicina contro ciò che ci affligge.

 

Il designer creativo di Balmain, Olivier Rousteing, ha descritto il suo show come l’inizio di una nuova era. Agli invitati ha fatto trovare una lettera scritta a se stesso, in cui parlava della sua infanzia, dei genitori adottivi, della sua fortunata carriera come stilista iniziata proprio a Parigi. Morale della favola? I sogni si avverano sempre! Per quanto riguarda la collezione, il sontuoso apparato di decorazioni e dettagli preziosi, tipico di Rousteing, era sempre presente, ma molto più sofisticato perché applicato ad abiti sportswear, come salopette o completini stile cheerleader. Borchie, cristalli, paillettes, frange, ma anche tessuti lucidi come il vinile e la pelle sono gli ingredienti princiapli. Pochi invece gli abiti da giorno. I colori dominanti erano bianco e nero, a volte ravvivati da blu, rosso e oro brillanti. Insomma, sempre una collezione ad alto voltaggio e di grande sfarzo, ma più mitigata del solito, più matura.

Balmain Parigi ss 18
Balmain

 

 

 

Rick Ownes Parigi ss 18
Rick Owens
Rick Owens Parigi ss 18
Rick Owens

Anche Rick Owens si è catapultato per la Primavera/Estate 2018 in una celebrazione del futuro e della speranza. La grazia è la risposta al nostro mondo incasinato. In tempi duri come questi, la chiave per sopportare la negatività è offerta dallo stoicismo, che predica la calma e l’accettazione. Questo ideale si è tradotto in capi regali e tranquilli. I vestiti erano drappeggiati, piegati e tagliati in modo amorfo: alcuni somigliavano a delle toghe, altri erano a colonna, altri ancora erano avvolti da bende bucate. Questi ultimi somigliano, a detta dello stilista, a dei cupcakes e delle meringhe.  A condire il tutto grandi borse in vita, simbolo di fertilità, scaldamuscolo singolo sulle gambe di ogni modella e sandali tarchiati con lacci appositamente più lunghi del dovuto e liberi di svolazzare. Per questa collezione l’artista ha esplorato colori come il verde scuro e il grigio cemento, ai suoi occhi “grotteschi e irritanti”, insieme al bianco puro e al nero.

Rick Owens Parigi ss 18
Rick Owens

 

 

 

McQueen Parigi ss 18
McQueen
McQueen Parigi ss 18
McQueen

La collezione di Alexander McQueen era invece ispirata ai giardini inglesi di Great Dixter e dai suoi fiori, pioggia, tepore. I capi erano decostruiti ma decorati a profusione. Abiti di pelle con multiple chiusure, zip e cinte. Trenches con inserti di seta a fiori. Dei maglioni sezionati in parti unite da zip e decorati con motivi floreali in rilievo. Balze impalpabili. Infine, nella conclusione della sfilata, vestiti lunghi e regali di tulle e organza decorati da intrecci floreali. Le silhouette erano ispirate alle armature medievali, agli abiti vittoriani e allo stile delle debuttanti degli anni ’50. Significato di tutto ciò? Utilizzare le parti di un passato florido e ricostruirle per creare qualcosa di nuovo. Una collezione quindi ottimistica, celebrativa di bellezza e femminilità contro le brutture di questi ultimi anni nel mondo. Non dimentichiamo infatti che alla PFW durante gli attentati dell’11 settembre del 2001 stava sfilando proprio McQueen.

McQueen Parigi ss 18
McQueen

 

 

 

"<yoastmark"<yoastmarkValentino per questa stagione è andato sulla Luna. Nel vero senso della parola: nella moodboard figuravano l’Orlando Furioso (il cui senno viene ritrovato proprio sul pianeta sopracitato) e le foto della missione spaziale lunare Apollo 8. La luna è quindi luogo sia fisico che metaforico, in cui si ritrova ciò che si ha nel cuore e lo si rivede in una nuova prospettiva. La luna è il mondo delle seconde opportunità, in cui tutto è straordinario. In questo universo immaginifico di Valentino la moda deve fungere da antidoto alle nostre sofferenze. La sfilata di Pierpaolo Piccioli quindi è all’insegna della gioia di vivere, attitudine caratteristica di Valentino Garavani, il fondatore del marchio. Tipici e tradizionali i colori (rosso, bianco, nero) e il lusso dei capi. Il focus era sugli abiti a giorno: alcuni più sobri (pantaloni e giacche dai colori pastello; maxi camicie con collo alto e orlo asimmetrico; trench con inserti rosa antico) altri meno (giacche a vento trasparenti orlate di paillettes). Ovviamente Valentino ha brillato anche negli abiti da sera finali, alcuni dalla linea ad A e indossati sopra reggiseni e top di ispirazione sportiva, altri più minimal, come quello morbido rosso con fiocco sulla spalla. Estasi pura, abbigliamento di lusso e romanticismo da Valentino.

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Photo credit: Lucie Rox; LOVE Magazine; BoF; Arnaud Lafeuillade;

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