A spasso nel tempo II

Sovrani con vesti di lino
Sovrani con schentis, kalasiris ed embelma a disco del Sole

Oltre alla civiltà romana, anche quella egizia sviluppò una interessantissima cultura del costume e della cosmesi degne di nota. Nell’arco di 3000 anni si susseguirono numerosissime dinastie di faraoni, raggruppati dagli storici in Antico, Medio e Nuovo Regno. Durante questi Regni la foggia degli abiti subì alcuni mutamenti, specialmente nel Nuovo con Nefertiti.

Collana d'oro lino pietre dure
Collana d’oro con pietre dure

Abbigliamento

La quasi totalità degli abiti egizi era realizzata con il lino, un tessuto fresco, traspirante e leggero, proveniente dalle coltivazioni lungo il Nilo. Esso si prestava facilmente, tramite una tavola provvista di scanalature, a essere piegato e plissettato, tendenza che si affermerà specialmente nel Nuovo Regno. Le linee erano per la maggioranza semplici. Gli uomini portavano lo schentis, un taglio di tessuto stretto attorno ai fianchi con un nodo davanti. Le donne indossavano la kalasiris, una veste tubolare con maniche staccabili. Nel Medio Regno si affermò per uomini, donne e bambini anche la mss, una camicia svasata. Il lino era sempre bianco, sia per via della sacralità di questo colore sia perché è un tessuto difficile da tingere. Solo intorno al 1550 a.C. compariranno i primi tessuti colorati. Per compensare la monocromia, ogni egiziano di qualunque classe sociale amava indossare gioielli variopinti. Essi erano perlopiù orecchini ad anello fatti d’oro nubiano, bracciali coordinati a cavigliere, anelli e pettorine con pietre dure come lapislazzuli, ametiste, steatite e quarzo. I sovrani tenevano sul capo l’emblema piumato del Sole e corone d’oro. I sacerdoti spesso indossano pelli di leopardo integre. Inoltre molti ricchi facevano uso di parrucche di capelli veri o finti, spesso con ciocche raccolte in trecce o decorate da perline.

CosmesiDonne con vesti di lino e cosmesi

Nata come fenomeno religioso, la cosmesi non era un semplice abbellimento personale, ma un atto rituale per combattere la vecchiaia e mantenersi in salute. Infatti l’eterna giovinezza rientrava nelle gioie della vita ultraterrena, e in ogni classe sociale la cura del corpo era apprezzata. Le creme e gli oli erano particolarmente utili per idratare la pelle e prevenire le scottature, ed erano realizzati con derivati della palma, mirra, incenso, cardamomo e ginepro. Le classi più povere invece facevano uso dell’olio di ricino che, come racconta Erodoto, emetteva un odore nauseabondo. Importante anche la depilazione, sia maschile che femminile, per tenere liscia la pelle: abbiamo notizia di creme depilatorie e proto-pinzette per le sopracciglia. Per quanto riguarda il trucco, fondamentale era quello degli occhi, che venivano contornati con il khol (ottenuto dalla galena e dall’antimonio mescolate a grasso, resine e linfa). Questo composto nero, usato sia da donne che da uomini, aveva valenza sia medica, perché proteggeva gli occhi da vento sabbioso, insetti e malattie oftalmiche, sia sacrale perché collegata al culto del dio Horus, il cui amuleto a forma di occhio era simbolo di buona salute e prosperità. Le guance e la bocca erano colorate con l’ocra rossa, le unghie con l’hennè.

Busto di Nefertiti lino
Busto di Nefertiti

Nefertiti e l’egittomania

Nefertiti significa “la bella è arrivata” e fu il nome di una famosissima e affascinante sovrana della diciottesima dinastia (XIV secolo a.C.). E’ raffigurata come una donna dal volto incantevole, con una figura sinuosa e il bacino ampio (simbolo di fertilità e allusione al fatto che ebbe sei figlie). Essendo vissuta nel Nuovo Regno, le sue vesti erano riccamente plissettate e insieme al kalasiris tradizionale portava dei tagli di tessuto che convergevano all’altezza del busto, dando l’illusione di una figura a vita alta. La sua più celebre raffigurazione è un busto rinvenuto nel 1912, in cui indossa una corona a tronco di cono rovesciato con il simbolo regale e il cobra. Il fascino di questa figura, che oltretutto morì scomparendo nel nulla, diede vita all’egittomania nel periodo dell’Art Deco, con gioielli a scarabeo, motivi di piramidi e abiti drappeggiati in colori come il Blu Nilo. La moda à la garçonne, caratterizzata da caschetto nero, labbra rosso vivo e occhi sottolineati da una spessa linea scura, è sicuramente ispirata proprio al busto di Nefertiti.

 

Photo credit: Google.it

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