Comme des Garçons e l’estremismo nipponico

Comme des Garçons è un brand fondato nel 1973 da Rei Kawakubo. Autodidatta, annoverata accanto a Issey Miyake e Yohij Yamamoto fra gli stilisti che hanno esportato lo stile nipponico in Occidente negli anni ’70 e ’80. Fin dalla prima sfilata ha suscitato scandali e critiche con i suoi capi che distruggono qualunque ideale di bellezza, sensualità e femminilità in voga.

Rei Kawakubo
Rei Kawakubo (foto: Google.it)

La prima collezione sfilò a Parigi nel 1981, e presentava capi sbrindellati e informi. Unico colore era il nero, il colore più usato da lei insieme a pochi altri, che tutt’oggi rivendica di aver reso popolare. La sua collezione più celebre è stata però quella del 1997, Body Meets Dress–Dress Meets Body, rinominata dalla stampa “Lumps and Bumps”, per le deformazioni che gli abiti creavano al corpo delle modelle.

Abito comme des Garçons
Collezione Body Meets Dress–Dress Meets Body (foto: Dazed Magazine)

Le sue non erano e non sono creazioni di moda, ma sembrano quasi delle sculture, che annientano e manipolano all’estremo la shilouette. SIl tessuto è usato per plasmare abiti unisex e indipendenti dal corpo. Imbottiture a forma di bulbo, tessuti poveri e ruvidi, gabbie di carta attorno al corpo, fiori a profusione quasi a soffocare le modelle, parrucche argentate e abiti cuciti senza maniche o buchi per infilare la testa, sono solo alcuni degli esperimenti più assurdi da lei portati in passerella.

Abito cono
Foto: Dazed Magazine

Al di là di questo, Rei Kawakubo ha introdotto altre innovazioni nel sistema moda, che oggi ci risultano abituali o familiari. E’ stata infatti una delle prime a collaborare con grandi brand di fast-fashion come H&M nel 2008. E’ sua anche l’idea di aprire i pop-up stores “guerrilla”, costruiti in città lontane dalle direttrici della moda. O di creare un negozio multi-brand a Londra, in cui oltre al marchio CdS, vengono venduti pezzi di designers da lei supportati.

La Kawakubo inoltre è una donna (o un personaggio?) davvero particolare. La sua personalità ha fatto sì che il brand acquistasse un’ulteriore patina di mistero e stravaganza. Da sempre stata schiva e riservata, raramente si presenta a eventi di qualunque genere. Ha fatto scalpore ad esempio la sua quasi miracolosa apparizione alla sfilata di Gosha Rubchinskiy nel 2016. Di rado rilascia interviste o spiega le idee alla base delle sue collezioni, sostenendo che dovrebbero essere gli abiti a parlare per lei. «Forse l’ispirazione viene innescata da qualche cosa da qualche parte a volte, ma non lo so. Comincio senza alcun tema e vado a caso nel buio mentre procedo» sono le sue parole. Spesso gli stessi titoli delle sue collezioni, come “MONSTER” e “Not Making Clothes” danno un’idea, seppur minima, di quello che c’è dietro i suoi capi. Persino il nome del suo brand, che significa letteralmente “Come i ragazzi”, non ha un significato particolare per lei. Le piaceva semplicemente il suono? E’ un’allusione ai suoi capi unisex? Non si sa. L’unica cosa certa è che non l’ha chiamato come lei per non auto-pubblicizzarsi. Nonostante ciò, ritiene di essere una persona «normalissima» e invita gli altri a non associare la sua personalità agli stravaganti abiti che inventa.

abito comme des Garçons
Foto: Google.it

Quest’anno il MET ha organizzato una mostra in suo onore, curata da Andrew Bolton, chiamata Art of the In-Between. Le sue creazioni vengono esposte secondo uno schema non cronologico, basato sulle opposizioni tipiche della sua produzione: moda/antimoda, oggetto/soggetto, presenza/assenza.  L’obiettivo è illustrare tutto il percorso della maison dagli esordi a oggi. Con questa mostra, Rei Kawakubo è la seconda stilista vivente a cui il museo newyorkese abbia dedicato una retrospettiva, dopo Yves Saint Laurent nel 1983.

Oggi il suo brand d’avanguardia è riconosciuto globalmente per la svolta epocale che ha dato al mondo della moda, ed è uno dei massimi esempi dell’estetica minimalista degli anni ’90. Rei Kawakubo riesce a creare sempre qualcosa di nuovo, di estremo e di speciale, fatto per donne intellettuali, riuscendo a salvaguardare gli interessi finanziari. Il tutto al di là della moda e della sua industria, della quale ammette di non curarsi. Comme des Garçons e la sua designer sono ormai iconici nella moda occidentale, e tutti aspettano con ansia la Fashion Week ogni anno per vedere cosa la sua mente sarà in grado di partorire stagione dopo stagione.

Mostra MET
Foto: Dazed Magazine

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