La lettera di Martin Margiela

Margiela
Martin Margiela

Lo scorso 11 Ottobre, Martin Margiela è stato premiato ai Belgian Fashion Awards per la sua carriera e per l’importanza che la sua figura ha rivestito nel mondo della moda. Lo stilista, noto per il suo fuggire qualunque contatto con la stampa, ha lasciato che una lettera parlasse per lui come discorso di ringraziamento.

Margiela ha debuttato col suo brand omonimo nel 1988 a Parigi ed è stato affascinato, come molti stilisti del periodo, dalla decostruzione dell’avanguardia giapponese (basti pensare a Comme des Garçons). Le sue prime collezioni erano tutte costruite con tessuti riciclati e materiali inusuali, e negli anni successivi presentarono cuciture in mostra e capi oversize o total white. La sua creazione più famosa e che tutti hanno visto almeno una volta? I Tabi boots, le scarpe di origine giapponese che separano il pollice da resto del piede e delle quali periodicamente il pubblico parla, nel bene e nel male.

tabi margiela
Tabi boots

Fin dalla sua prima collezione, Martin Margiela non si è mai mostrato e rifiutava gli applausi a fine passerella. Le interviste venivano svolte con tutto il suo team, e nella corrispondenza si firmavano collettivamente “noi”. Addirittura i suoi dipendenti avevano una “divisa di lavoro”, un camice da laboratorio bianco, per garantire uguaglianza e anonimato. Le opinioni sono divise fra chi ha visto in questi gesti un “esibizionismo al contrario” e chi invece un genuino tentativo di equità.

margiela parrucche
Giacca fatta di parrucche

Nell’ottobre 2008, Margiela si è dimesso e il suo team ha continuato a lavorare senza nominare un altro direttore creativo in testa, per restare «avanguardisti e provocativi», come ha dichiarato il CEO Pugnetti. Questo avverrà solo nel 2014, quando John Galliano prenderà le redini della maison dopo aver lavorato presso Givenchy e Dior. La collezione di debutto, di haute couture, ha sorpreso il pubblico per la perfetta fusione di due entità diverse: Margiela è minimal e dimesso. Galliano è teatrale e stravagante.margiela galliano

Tornando al presente, ecco spiegato l’assenteismo del belga. Eppure la sua lettera è bastata a fare presenza. Oltre a ringraziare di cuore la giuria e a celebrare questa onorificenza ricevuta nella sua madrepatria, Martin Margiela ha (finalmente) spiegato perché, come tanti altri insieme a lui, ha abbandonato il proprio brand nel 2008. L’industria del fashion negli ultimi anni ha accelerato esponenzialmente i suoi tempi, ed è quasi tutto un correre da una collezione all’altra, talvolta a scapito dell’ispirazione. Inoltre i media hanno ormai permeato tutta la realtà, e questo a dire del designer ha cancellato suspense e attesa, che erano per lui fondamentali per ottenere un effetto sorpresa. Questi due fattori hanno fatto sì che il suo messaggio non potesse essere divulgato nel modo corretto. L’industria della moda ha sempre più fame, e Margiela non era sicuro di poterla sfamare adeguatamente

Queste dichiarazioni sono fatte da molti per scagliarsi contro il fashion system attuale. Non sorprende che abbia utilizzato una simile argomentazione uno stilista sui generis come lui, che punta tutto sull’essere e non sull’apparire, sul capo e non sulla persona.

margiela modelle
Velare il volto delle modelle è un tratto tipico delle collezioni di Martin Margiela, che voleva far parlare solamente gli abiti

 

 

 

 

Photo credit: DAZED magazine; quotidiano.net; thefashioncommentator.com; Wikipedia.com

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