Hot topic: le pellicce

PellicceSi avvicina l’inverno e ricompare uno dei capi più iconici di sempre: la pelliccia. Indossata da chiunque, da Marilyn Monroe alla signora anziana del piano di sotto, è un capo che i millennials stanno riportando in voga in questi anni. Infatti dà quel tocco in più di eleganza e di stile a ogni outfit, sia da giorno che da sera. Inoltre oggi sono disponibili in moltissimi colori e modelli, semplici o decorati con perline, con e senza maniche. C’è anche chi preferisce portare in una sartoria le vecchie pellicce ereditate dalla nonna o dalla mamma, per adattare il taglio allo stile di oggi. Altro trend in voga è quello dei dettagli decorativi in pelliccia, sintetica e non, su scarpe, collari dei parka, fodere interne.

Pellicce sintetiche
Pelliccia sintetica

Negli ultimi anni, in particolare, è aumentata la richiesta di pellicce sintetiche. Oggigiorno sono viste da molti come più convenienti e rispettose degli animali, ma morbide e calde come una normale pelliccia animale. D’altra parte però, c’è stato un incremento della domanda di queste ultime: l’esistenza di un’alternativa “finta” fa venire l’acquolina in bocca per quella “vera”. «Vediamo un sacco di pellicce naturali perché ci sono in giro un sacco di pellicce finte», sostiene il portavoce della Human Society P.J. Smith.

Pellicce con decorazioni
Pellicce con decorazioni

Ma come sono fatte le pellicce? Molti piccoli animali, per la maggior parte visoni, vengono uccisi tramite scariche elettriche, gas o rottura del collo e poi vengono scuoiati. Le loro pelli vengono vendute all’asta e poi tagliate in strisce sottili, che vengono assemblate a mano da artigiani di Hong Kong o sudcoreani. Quelle sintetiche, invece, sono fatte per la maggior parte di un sottoprodotto del petrolio, il modacrilico. Esso viene trattato e se ne ricavano lunghe fibre. Successivamente una macchina le raggruppa in ciuffetti e le cuce su un supporto di poliestere, generalmente in Cina. Non molto diverso da come viene realizzata industrialmente una T-shirt o una felpa insomma.

Ovviamente questo capo ha scatenato un dibattito, ancora aperto da decenni, sull’eticità e sulla sostenibilità di questa produzione. Da un lato, si dice che le pellicce sintetiche siano prodotte con scarti del petrolio, non siano sostenibili e che quindi indossarle non sia una scelta molto green. Dall’altro vengono presi di mira i produttori di pellicce naturali, i cui allevamenti subiscono controlli meno stretti rispetto a quelli delle industrie che producono carni, e uccidono animali rari in maniere crudeli. Le manifestazioni e i boicottaggi contro le pellicce hanno colpito soprattutto gli artigiani che le producono. «Se indossi un piumino, non pensi a una pelliccia, anche se l’imbottitura è fatta di piume. Ma quando indossi una pelliccia, te ne accorgi subito», sostengono questi ultimi contro le ipocrisie di molti protestanti.

Pellicce fendi

La protesta più famosa e dalla risonanza maggiore è stata quella degli anni ’80 e della cosiddetta missed generation. Infatti le ragazze di quel decennio non hanno comprato pellicce, e il mercato è rimasto quasi in ibernazione. Le loro nonne e le loro figlie sì. Questo anche su influenza delle star del momento: le top model come Naomi Campbell e Cindy Crawford e altri personaggi famosi dichiaravano che piuttosto che indossare una pelliccia, sarebbero andati in giro nudi, dato che le vedevano simbolo di violenza animale. Oggi invece, molte star, come Bella Hadid o Adwoa Aboah postano foto sui loro social in cui indossano pellicce animali, specialmente firmate Fendi, brand leader nella produzione di questi capi contraddistinta dal motto FUN FUR.

Inoltre la produzione di pellicce è ormai influente anche a livello geopolitico. Dati alla mano, l’élite cinese consuma ormai più del 16% del pellame mondiale, insieme agli americani. Immediatamente sopra c’è la Russia, che arriva al 20%. Ovviamente le ragioni sono sia climatiche che economiche: la Cina, ad esempio, è in espansione, e quindi sta accelerando i suoi ritmi di consumo di qualunque oggetto, pellicce comprese. Ma conflitti mondiali e mode possono influire su questi numeri.

Pellicce indosso a marilyn e altri vipMolti brand hanno preso posizione in questa diatriba. Gucci ha di recente bandito le pellicce dalle sue collezioni, così come Stella McCartney ed Elisabetta Franchi, da sempre attiviste in questo campo, Versace, Moschino e Ralph Lauren. Invece Burberry, Alberta Ferretti, Vuitton e McQueen ancora ospitano sulle loro passerelle pellicce animali. Questo denota come lo schierarsi dalla parte degli animali non sia così ovvio come si crede. E’ indubbio che le pellicce vengano ricavate con metodi crudeli e non rispettosi di molte specie animali, ma è anche vero che le stesse persone che protestano contro le pellicce magari mangiano carne e indossano borse o stivali in pelle. Spicca la voce di Sonja Sharp, giornalista di Vice, che si dichiara vegana ma amante delle pellicce. Interessante è la sua osservazione sui fattori culturali che incidono nella presa di posizione dei singoli: «Mentre indossare una pelliccia a Pechino o Dubai ti rende stiloso, indossarla da giovane donna a New York ancora ti assimila a una iconoclasta. E’ come fumare le sigarette al mentolo o non depilarsi sotto le ascelle: fantastico se ne sei coinvolto, fastidioso se non lo sei».

Indipendentemente da mode o fattori culturali, la nostra società è un continuo scambio di informazioni, e molte più persone vengono sensibilizzate su temi come questo rispetto a 50 anni fa. Come molti cittadini sono attenti a non creare troppi rifiuti, a curare l’alimentazione o a comprare le macchine dai motori più ecologici, altrettanto ci si dovrebbe mettere in moto per fermare qualcosa che non è solo moda ma è anche sfruttamento e sofferenza di esseri che possono difendersi poco o niente contro l’uomo. A maggior ragione se sul mercato è comunque presente una alternativa più sostenibile e che può essere ugualmente chic e calda.

Photo credit: Google.it; furinsider.com; @elisabettafranchi IG

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.