Gianfranco Ferré e le sue “architetture tessili”

Moda ma anche architettura. Emozione ma anche precisione. Gianfranco Ferré ha riassunto in se’ tutte questi aspetti, e ha creato sia per la sua maison omonima che per Dior dei capi che rimarranno per sempre un punto di riferimento per stilisti di tutte le epoche.

Gianfranco Ferré nel suo studio
Foto: Jeanloup Sieff

Gli inizi di Gianfranco Ferré: i bijoux

Nato a Legnano nel 1944, Giafranco Ferré studia architettura al Politecnico di Milano. Già da quel periodo iniziano i suoi contatti con il mondo della moda, perché si diletta a creare gioielli per le sue amiche e colleghe. Ferré racconterà che «si trattava di autentico artigianato. Al rigore della forma e al senso preciso del design corrispondeva l’intervento diretto sulla materia». Le sue creazioni vengono notate da Rosy Biffi, Anna Piaggi e Anna Riva e finiscono sulle maggiori riviste di moda italiane del periodo, come “Grazia” e “Arianna”.

Cintura Gianfranco Ferré
Foto: Fondazione Gianfranco Ferré (1970)

L’ingresso nella moda

Nel 1978 nasce la sua casa di moda “Gianfranco Ferré” e compaiono i primi abiti. La collezione di debutto per la Primavera/Estate 1979, “KETCH”, è di prêt-à-porter femminile. Motivo ispiratore è l’India, meta di molti suoi viaggi e luogo di produzione delle sue prime collezioni. Lo affascinavano i colori e i tessuti di quella terra: il bianco e il beige, il cashmere, i pantaloni con le pinces e le bluse incrociate. Adriana Mulassano, dal Corriere della Sera, gli riconosce il merito di aver creato dei veri vestiti da vacanza. Dopodiché lancerà anche il menswear , caratterizzato da costruzione architettonica e precisione, e gli accessori. Per lui «l’accessorio ha sempre catalizzato su di sé quell’interesse proprio dell’essere umano per il dettaglio, il particolare, la sfumatura. Oltre che come complemento dell’abito, l’accessorio riveste un ruolo fondamentale per il suo valore espressivo, come elemento caratterizzante, come connotazione d’identità». Infine, nel 1986 inizierà a produrre le collezioni di Alta Moda. Eleganza, lavorazioni di alto livello e tessuti pregiati contraddistingueranno le sue creazioni. Nel tempo il suo nome viene sempre più associato a qualità italiana e stile raffinato.

Camicia Gianfranco Ferré
Foto: Fondazione Gianfranco Ferré (1994)

La direzione creativa di Dior

Negli anni dal 1989 al 1996 Gianfranco Ferré è direttore artistico di Dior. Il suo arrivo, inizialmente accolto a fatica (era il primo “non francese” a prendere le redini della maison), risollevò le sorti della famosissima casa parigina dopo il periodo sotto la guida di Bohan. La sfilata del luglio 1989 gli vale il “Dé d’Or”, il premio internazionale più prestigioso per un couturier, un vero e proprio Oscar della moda. La sua permanenza rispetta in pieno l’eredità dello stile Dior: opulenza, sensualità, silhouettes raffinate. I suoi abiti insistono sui volumi e sulla ricchezza nei tessuti e nei ricami, ma sempre mediati da una cura e una precisione sartoriale. Dopo la sua morte nel 2007, la maison parigina nel 2019 gli dedica un libro, “Dior by Gianfranco Ferré”, che racconta l’operato dello stilista italiano immaginandolo in un dialogo con Christian Dior. Inoltre a Milano è stata istituita nel 2008 la Fondazione Ferré, un grande archivio delle sue creazioni che supporta iniziative nel settore moda (convegni, eventi e borse di studio).

Schizzo e abito Gianfranco Ferré
Foto: Fondazione Gianfranco Ferré (1987)

Anche se non li ha applicati nel campo dell’architettura dunque, i colori, i volumi e il disegno sono stati fondamentali per Gianfranco Ferré. «In molti hanno definito i miei abiti architetture tessili. La definizione mi piace. Rende bene l’idea di quello che per me è l’abito: il risultato di un incontro tra forma e materia, guidato dalla mano e dal cuore del creatore».

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